Buon giorno a tutti. Oggi rientro da un bellissimo giro infrasettimanale al Baitoncello.
Ho avuto modo di pensare, di fare tutti i miei lavori usando una cosa che ormai manca alla maggior parte delle persone....il tempo.
Ho potuto riparare la sorgente, tagliare alberi schiantati per la neve, osservare camosci, stambecchi, l'aquila, i ghiri senza mai guardare l'orologio o il telefono. Il mio tempo era scandito solo dal movimento del sole.
Quante cose ha guadagnato l'uomo in questi anni ma ha perso la cosa più importante, vivere il proprio tempo.
Ieri avevo un nuovo amico che mi accompagnava durante la salita all'Alpe. Ho avuto bisogno di tempo per decidermi a considerarlo tale ma ora credo sia il momento giusto.
Finalmente mi sono deciso ad aprirgli il mio mondo che poi è quello da cui viene anche lui.
Ovviamente mi chiederete chi è questo amico...eccolo, ve lo presento:
Mi è capitato di posarvi lo sguardo in una libreria durante una noiosa giornata invernale al centro commerciale.L'ho portato a casa più per voglia di leggere un altro libro che per reale convinzione.
Ho iniziato a sfogliarlo, ho letto le prime pagine, non mi convinceva...lo lascio riposare qualche giorno sul comodino, lo riprendo in mano.
Lo ricomincio da capo, con un altro spirito, più propositivo. Bisogna sempre dare una seconda possibilità a chi credi la meriti.
Più vado avanti più ci trovo la mia esperienza: la stessa età, Milano la mia città natale, il difficile rapporto con un padre ingombrante, una madre che osserva, le prime esperienze in montagna in una casetta semi diroccata in di un paesino semi abbandonato della Val Vigezzo. Le prime avventure da bambino risalendo i fiumi e perdendomi con la mente in riva ai torrenti, l'esplorazione di baite diroccate, il ritorno alla città...più leggo e più mi ci trovo... uno fa alpinismo, io speleologia..da entrambe le parti l'abbandono della montagna per qualche anno; il mio ingresso nel mondo dell'apnea e poi un ritorno violento, preponderante alle vette.
L'incontro con Corrado (il mio Bruno), il suo aiuto a rimettere in sesto la mia baita. Un antitesi tra me e Pietro.
Cavoli! il mio libro! Letto fino in fondo senza la fretta di chi vuole finirlo tanto per dire " L'ho letto tutto di un fiato". I libri vanno letti con i loro tempi...ancora il tempo... ci ho impiegato una settimana.
Comunque, ieri ho portato questo nuovo amico alla mia casetta, gli ho mostrato il mio mondo e poi entrambi abbiamo guardato fuori dalla finestra la montagna di fronte per vedere se era già arrivato Bruno...no, non c'era...meglio così.
Non vi anticipo nulla di questo libro, provate a leggerlo con lo stesso spirito che vi fa aprire periodicamente il mio blog. In maniera leggera, curiosa, non ve ne pentirete.
Grazie Paolo di avermi fatto incontrare un nuovo amico. Un amico è per sempre.
Adriano
giovedì 30 marzo 2017
mercoledì 18 gennaio 2017
Aria di montagna
Eccomi di nuovo dopo ben 1 anno e 3 mesi di silenzio.
Ritorno su queste pagine dopo aver somatizzato l'avventura del 2015 ed averne affrontata un'altra meno importante nell'estate 2016. Tutto è andato per il meglio e la mia vita e quella della mia famiglia può tranquillamente ricominciare. Non che mi sia fermato ma avevo altre priorità.
Se da un lato la mia testa era fissa su quel piccolo essere che cercava di sopravvivere e con una tenacia superiore a chiunque altro ha vinto tutte le sue battaglie, dall'altra parte il mio spirito era sempre a 2000 metri, al mio Baitoncello.
Dall'estate 2015 la casa restò nell'oblio per un'anno, aperta poche volte e lasciata un poco al suo destino ma appena potevo, un giretto di mezza giornata lo facevo, anche solo per far cambiare aria alla casa (ed alla testa) ed impedire la crescita delle erbe spontanee negli interstizi.
Ma nel 2016 qualcosa cambia, soprattutto dentro di me, una nuova luce risplende nel mio spirito o forse è ancora quella vecchia che non si è mai spenta. Una nuova sfida aspetta mia figlia ma la strada è ormai in discesa. Mi guardo in fondo alle tasche, qualcosa mi va bene, trovo qualche soldo ed allora riprendo in mano il mio sogno. Ma devo fare i conti con le mutate esigenze della mia famiglia per cui decido di rivedere le priorità pensando a cosa è più importante da fare e per chi farlo.
Il pensiero fisso è lei, Demetra.
Voglio portarla in quota ma rispettando determinate condizioni di sicurezza e di igiene. Se Elettra è rustica come il suo papà e si adatta a tutto, Demetra pur essendo più determinata, parte leggermente in svantaggio.
Le idee sono chiare, le spese previste pure. Il difficile è trovare chi voglia fare i lavori a 2000 metri in condizioni leggermente difficoltose.
Comincio a Febbraio 2016 la selezione di varie imprese edili che potrebbero essere idonee a questo lavoro. Inizio a contattare artigiani edili locali della valle che potrebbero fare il lavoro ma chi per un motivo chi per l'altro, tutti declinano il lavoro. A ripensare alle motivazioni, col senno di poi, mi viene da sorridere e non mi stupisco se in valle molte imprese edili soffrono e chiudono. Selezione naturale.
Dopo varie porte chiuse in valle, dirotto lo sguardo alla pianura; contatto altri costruttori, ascolto voli pindarici di improbabili restauri ed anacronistiche tecniche di trasporto materiali in quota, personaggi che si presentano come architetto senza nemmeno un diploma da geometra, ma a Maggio sono ancora allo stesso punto. Nemmeno un preventivo.
Ormai il tempo stringe, i lavori devono iniziare in quanto la stagione ottimale è alle porte ed è breve.
Ormai sconsolato, passo le giornate di Maggio chiuso in ufficio cercando una soluzione che non arriva quando un giorno si presenta alla mia porta un impresario che, mandato dal proprietario del mio ufficio deve valutare alcuni lavori da fare ad esso.
Parliamo, gli spiego le problematiche dell'ufficio e lui prende appunti. Viene alla mia scrivania e, mentre prende appunti, osserva lo screensaver del mio PC dove passano foto a casaccio del mio archivio. Ad un certo punto compare questa:
Lui mi dice:
"Bella quella casa, dove si trova?"
Ho un sussulto... la mia mente si libera in un attimo dal problema dell'ufficio e subito torna lassù... azzardo un pochino, gli spiego cosa sto cercando e se è interessato. Passiamo il pomeriggio ad osservare immagini della casa ed i disegni originali. Io parlo, lui ascolta, a volte annuisce, ma non prende nota...brutto segno. Altro tempo perso.
Ci salutiamo e restiamo d'accordo per il preventivo dell'ufficio. Ritorno ai miei pensieri ancora più sconsolato.
Dopo alcuni giorni squilla il telefono:
"Adriano?"
" Sì sono io..chi parla?"
"Ciao sono Michele, il muratore, ci siamo visti nel tuo ufficio settimana scorsa".
"Ahh..ciao..dimmi. Hai il preventivo dell'ufficio?"
Lui mi risponde un poco enigmatico:
"No, ho deciso di non fare questo lavoro, troppo complicato e difficile da preventivare"
Tra me penso << eccone un altro, stessa storia anche in pianura...>>
Non ho finito il mio stupido pensiero che dall'altra parte del telefono mi arriva una richiesta:
"Che ne dici se domani andassimo a fare un giro al Baitoncello? mi interesserebbe fare il lavoro"
Boing.... tonfo al cuore....
Ritorno su queste pagine dopo aver somatizzato l'avventura del 2015 ed averne affrontata un'altra meno importante nell'estate 2016. Tutto è andato per il meglio e la mia vita e quella della mia famiglia può tranquillamente ricominciare. Non che mi sia fermato ma avevo altre priorità.
Se da un lato la mia testa era fissa su quel piccolo essere che cercava di sopravvivere e con una tenacia superiore a chiunque altro ha vinto tutte le sue battaglie, dall'altra parte il mio spirito era sempre a 2000 metri, al mio Baitoncello.
Dall'estate 2015 la casa restò nell'oblio per un'anno, aperta poche volte e lasciata un poco al suo destino ma appena potevo, un giretto di mezza giornata lo facevo, anche solo per far cambiare aria alla casa (ed alla testa) ed impedire la crescita delle erbe spontanee negli interstizi.
Ma nel 2016 qualcosa cambia, soprattutto dentro di me, una nuova luce risplende nel mio spirito o forse è ancora quella vecchia che non si è mai spenta. Una nuova sfida aspetta mia figlia ma la strada è ormai in discesa. Mi guardo in fondo alle tasche, qualcosa mi va bene, trovo qualche soldo ed allora riprendo in mano il mio sogno. Ma devo fare i conti con le mutate esigenze della mia famiglia per cui decido di rivedere le priorità pensando a cosa è più importante da fare e per chi farlo.
Il pensiero fisso è lei, Demetra.
Voglio portarla in quota ma rispettando determinate condizioni di sicurezza e di igiene. Se Elettra è rustica come il suo papà e si adatta a tutto, Demetra pur essendo più determinata, parte leggermente in svantaggio.
Le idee sono chiare, le spese previste pure. Il difficile è trovare chi voglia fare i lavori a 2000 metri in condizioni leggermente difficoltose.
Comincio a Febbraio 2016 la selezione di varie imprese edili che potrebbero essere idonee a questo lavoro. Inizio a contattare artigiani edili locali della valle che potrebbero fare il lavoro ma chi per un motivo chi per l'altro, tutti declinano il lavoro. A ripensare alle motivazioni, col senno di poi, mi viene da sorridere e non mi stupisco se in valle molte imprese edili soffrono e chiudono. Selezione naturale.
Dopo varie porte chiuse in valle, dirotto lo sguardo alla pianura; contatto altri costruttori, ascolto voli pindarici di improbabili restauri ed anacronistiche tecniche di trasporto materiali in quota, personaggi che si presentano come architetto senza nemmeno un diploma da geometra, ma a Maggio sono ancora allo stesso punto. Nemmeno un preventivo.
Ormai il tempo stringe, i lavori devono iniziare in quanto la stagione ottimale è alle porte ed è breve.
Ormai sconsolato, passo le giornate di Maggio chiuso in ufficio cercando una soluzione che non arriva quando un giorno si presenta alla mia porta un impresario che, mandato dal proprietario del mio ufficio deve valutare alcuni lavori da fare ad esso.
Parliamo, gli spiego le problematiche dell'ufficio e lui prende appunti. Viene alla mia scrivania e, mentre prende appunti, osserva lo screensaver del mio PC dove passano foto a casaccio del mio archivio. Ad un certo punto compare questa:
Lui mi dice:
"Bella quella casa, dove si trova?"
Ho un sussulto... la mia mente si libera in un attimo dal problema dell'ufficio e subito torna lassù... azzardo un pochino, gli spiego cosa sto cercando e se è interessato. Passiamo il pomeriggio ad osservare immagini della casa ed i disegni originali. Io parlo, lui ascolta, a volte annuisce, ma non prende nota...brutto segno. Altro tempo perso.
Ci salutiamo e restiamo d'accordo per il preventivo dell'ufficio. Ritorno ai miei pensieri ancora più sconsolato.
Dopo alcuni giorni squilla il telefono:
"Adriano?"
" Sì sono io..chi parla?"
"Ciao sono Michele, il muratore, ci siamo visti nel tuo ufficio settimana scorsa".
"Ahh..ciao..dimmi. Hai il preventivo dell'ufficio?"
Lui mi risponde un poco enigmatico:
"No, ho deciso di non fare questo lavoro, troppo complicato e difficile da preventivare"
Tra me penso << eccone un altro, stessa storia anche in pianura...>>
Non ho finito il mio stupido pensiero che dall'altra parte del telefono mi arriva una richiesta:
"Che ne dici se domani andassimo a fare un giro al Baitoncello? mi interesserebbe fare il lavoro"
Boing.... tonfo al cuore....
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