L'inverno 2008 passò molto lentamente.Nevicò molto e la strada della valle rimase chiusa per molto tempo a causa di una grande slavina.Ma, sotto un tiepido sole di inizio Maggio 2009, grazie all'aiuto di un escavatore, la strada venne riaperta ed io, armato di tutto punto di valenti e moderni mezzi, valicai l'arduo baluardo.
Partimmo dalle coste del lago d'Iseo con il mio fedele VW carico di tutte quelle cianfrusaglie che ritenevo importanti per poter iniziare i lavori di restauro del baitoncello.
Mi fermo a Malonno, faccio benzina al mio fedele cavallo d'acciaio, sotto l'occhio vigile del mio fedele scudiero Jack che controlla il prezzo dei carburanti
ed inizio a percorrere la ripida salita che ci porterà al termine della strada dove dovremo caricarci il tutto in spalla per raggiungere il mio eremo.
Ultimi tornanti e la non più temuta slavina mi si presenta davanti agli occhi:
Ridotta a meno della metà di altezza in confronto a come si presentava a Gennaio, incute ancora un certo rispetto....d'altronde, secondo la stazione meteo installata vicino al mio mucchio di sassi, durante l'inverno 2008-2009 caddero circa 15 metri di neve.....
Mi fermo, la guardo con occhio clinico, ed un poco di timore.Ingrano la prima marcia del mio fedele cavallo, tolgo il freno a mano e via!
Attraverso il muro di neve.
Ovviamente non può mancare la foto di rito.....
....che dimostra, per l'ennesima volta, quanto noi uomini siamo piccoli e vulnerabili se paragonati a confronto con la forza della natura.
Una volta parcheggiato l'ormai quasi quarantenne mezzo (uscito da casa VW il 22 Novembre 1970), scarichiamo tutto da esso e mettiamo tutto negli zaini in spalla....l'avventura ha inizio.
Ovviamente Jack, contribuisce come può ad alleviare la nostra fatica.Ci gira attorno, dispensa baci e coccole a destra e a manca, corre avanti per controllare il sentiero e torna indietro a confermarci che la via è aperta.
Esausti, dopo circa 1 ora di cammino, arriviamo al nostro nido delle aquile.La giornata non è delle migliori, è nuvoloso, fa ancora fresco ed un vento da nord ti entra nelle ossa.Ma non siamo lì per lamentarci od ammirare il panorama.Siamo lì per lavorare.Armati dei 4 attrezzi che abbiamo recuperato a casa, totalmente a secco di nozioni di restauro ad alta quota, iniziamo a pulire il terrazzo intorno alla casa da quanto si è accumulato dal 1987, dopo l'abbandono dell'edificio a seguito del crollo della funivia.Ovviamente si pensa che una scopa ed una paletta possano riportare ai vecchi fasti un edificio abbandonato.Mai fu pensata cosa più sbagliata!!!
Dopo ore di lavoro la situazione, che inizialmente si presentava più o meno così:
(foto fatta a Ottobre 2008, dopo poche ore dall'aquisto)
divenne prima così:
e per finire così:
Ovviamente Jack, stremato dalla fatica della salita, prima controlla con occhio attento il lavoro svolto dalle maestranze.....
e sucecssivamente, dopo avere dato il suo beneplacido, si concede il meritato ed agognato riposo:
stando ben attento a non essere investito da un ipotetico carrellino che potrebbe viaggiare ancora sui binari vicino a lui.
Ma purtroppo il grosso doveva ancora venire.L'edificio, presentava una forte lesione ad un muro di contenimento che sorreggeva l'intera struttura:
I tanti anni di abbandono fecero sì che un pozzetto di scarico, proprio posizionato in prossimità dello spigolo del muro di contenimento, cedesse, ed invece che convogliare le acque meteoritiche fuori dall'edificio, le facesse andare in profondità all'interno del muro.Un'anno, il successivo, l'alternarsi delle stagioni, il muro si gonfiò fino ad arrivare al risultato che si vede in foto (sempre fatta ad Ottobre 2008).
Adesso sono indeciso che piega far prendere al blog....seguire una linea temporale del restauro con avanzamento lavori di più zone contemporaneamente, oppure seguire un filo del lavoro iniziato e completato.
A voi l'ardua decisione, mie cari lettori.
Buongiorno Adriano!
RispondiEliminaIeri mi sono stampata il tuo post e me lo sono letto...al mare!
L'accostamento onda/baluardo nevoso, nel suo fascino antitetico per me è stata inevitabile e molto piacevole, così come piacevole è seguirti in questo viaggio che io non immaginavo tanto recente! :-)
La metamorfosi del tuo 'nido delle aquile' (suggestivo! Bello...) è davvero interessante e Jack è un amore:-)
Mentre attendo che tu riprenda carta e penna, mi siedo sotto una quercia e con lo sguardo abbraccio lo splendido panorama..
Felice Giorno!
Debby ^_^