Dopo tanto tempo, aggiorno il blog.
La mia latitanza dal mondo virtuale non era dovuta a pigrizia ma ad effettivo impedimento fisico ad andare in montagna per cui non avevo notizie fresche da riportare.Provate voi a resistere alle decine di malattie che una figlia-untrice di 2 anni vi porta a casa quotidianamente dall'asilo nido.Penso che non sia mai stato così a lungo ammalato come in questo periodo.Scarlattina, influenze varie, congiuntivite, tosse, inappetenza con conseguente dimagrimento (unica nota positiva) e debolezza fisica.
Va bhe! sopravviverò anche a questa dura prova.Ho voluto la croce, ora me la porto a spalle per i prossimi trentanni.
Settimana scorsa, aprofittando delle bellissime giornate (dopo mesi di quotidiane piogge e bufere di neve), mi sono preso un giorno di ferie infrasettimanale e sono ritornato al mio piccolo rifugio che non vedevo dal 26 di Gennaio.Strana sensazione.Mi sembrava di averlo visto 2 giorni prima.Sarà che ormai è un pensiero fisso nella mia mente.
Dopo un lungo ed estenuante inverno, finalmente anche lì sta arrivando la primavera.I segni sono minimi, tipo scioglimento della neve con vista dei primi ciuffi d'erba verde tra quella secca dell'anno precedente, piccoli rigonfiamenti sui rami che annunciano la crescita dei germogli ma, nei punti più protetti dal vento ed esposti al calore del sole, fanno capolino i primi mazzetti di fiori.
Ma, se in alta quota la neve si scioglie velocemente, grazie anche alla forte esposizione al sole ed al fenomeno dell'inversione termica, nel fondovalle e sul lato nord delle montagne, la neve resiste ancora bene:
Comunque la giornata era eccezionalmente calda tanto da non sembrare un 18 di Aprile ma un ben più afoso giorno di Giugno.Infatti in casa, nel primo pomeriggio, c'erano ben 14° ed all'esterno si sfioravano i 20°.
La giornata è stata proficua dal punto di vista lavorativo, ho avuto un paio di sorprese positive ma anche tante sorprese negative da cui parto.
Il tetto della casa, dopo anni di abbandono e dopo vani e vari rattoppi da me effettuati, ha finalmente deciso di esalare l'ultimo respiro.Le lamiere di copertura, ormai corrose ed in più punti bucate, non hanno resistito a questo lungo inverno e, scalzate dal ghiaccio che si insinuava nelle giunzioni, hanno fatto entrare acqua nella casa.
Ormai anche questo lavoro, che ho sempre cercato di rimandare, è da fare.Dovrò applicare anche in questo caso le migliori soluzioni che la tecnologia offre, e purtroppo non potrò realizzarlo da solo ma mi dovrò rivolgere ad un'azienda qualificata che sappia operare in alta quota.Come seconda sorpresa negativa, devo fare una menzione d'onore all'onnipresente ghiro che, non trovando più nulla da mangiare, essendo il tutto stato spazzolato dal mio amico Corrado, mi ha addentato la panca della sala da pranzo rosicchiando in maniera famelica una spalla di essa.Spero che tutto quel legno gli sia andato di traverso, ma credo che, come dice un noto proverbio veneto, quello che non soffoca, ingrassa.Infatti credo che a breve avrò nuove notizie da lui.
La sorpresa positiva è che sono passati 2 amici a trovarmi, Lorenzo e Gabriella che gestiscono il Rifugio Premassone situato nella piana sotto la mai casa.Mi hanno tenuto compagnia mentre ripulivo il terreno antistante la casa dall'erba secca e dalle ramaglie in modo tale che, all'arrivo della primavera effettiva, i nuovi germogli possano crescere più vigorosi.
Stranamente, non vi ho mai parlato di questo rifugio, come neppure degli altri 3 che sono situati nella valle in quanto la mia attenzione era tutta focalizzata sui lavori al Baitoncello, ma è giusto che vi descriva anche cosa mi circonda.Non si vive di solo lavoro ma anche di sane mangiate.
Il Rifugio Premassone, gestito da parecchi anni da questa coppia di amici, si trova alla fine della strada carrabile della Val Malga, per cui perfettamente raggiungibile, da Primavera ad Autunno, con qualsiasi mezzo, auto, moto, bici, a piedi.Vi allego un paio di foto per capire la posizione:
L'ho, per modo di dire, scoperto nel lontano 2007, durante la mia prima escursione al Baitoncello e alla diga del Baitone.Ma quel giorno (fine Ottobre o primi di Novembre) era già chiuso per cui non avevo avuto il piacere di conoscere i 2 gestori.L'incontro venne solo rimandato a Settembre 2008, quando ormai avevo deciso che il Baitoncello doveva essere mio.In una giornata di pioggia, dopo aver visitato il mio futuro incubo, io e Sara ci fermammo a pranzo presso il ristoro Premassone.Un poco diffidenti, soprattutto gelosi del nostro segreto che pensavamo nessuno conoscesse (beata ed ingenua gioventù!), entrammo e subito venimmo accolti a zampe aperte dal vero proprietario del ristoro:
Anic, un bellissimo Border Collie che appena può segue chiunque lo porti a fare un escursione in alta valle.
Giusto per confermare quanto scritto:
Dopo i saluti di rito, ci sedemmo al tavolo e mangiammo quanto offriva il ristorante, tipo pappardelle fatte in casa con panna e funghi, antipasti della casa con castagne al miele, fiori di zucca, frittatine, torte sfornate quotidianamente, ricottine fresche (infatti sotto il rifugio c'è il caseificio dello zio Bortolo che ogni giorno produce formaggi con il latetd elle sue mucche) e tante altre leccornie.
Devo dire che si mangia veramente bene e l'accoglienza è ottima.Unico problema, dal mio punto di vista, è il quantitativo: per poter finire il tutto, un normale avventore come me, con un peso di 71 Kg per 1,78 mt., deve stare a dieta almeno 4 o 5 giorni, prima di sedersi al tavolo del Premassone.Oppure il rischio è quello di lasciare lì parte delle libagioni.
Dopo pranzo, giusto per dare un'attimo di respiro al povero stomaco ormai pieno all'inverosimile, ci si può sdariare sul prato (tanto così zavorrati di ottime cibarie non si va da nessuna parte!) ed ammirare le montagne circostanti oppure le sempre presenti mucche dello zio Bortolo:
Nel periodo estivo, uso spesso il Premassone come base d'appoggio per le mie scorribande fermandomi alla mattina presto a bere un cappuccio e a mangiare una fetta di torta appena sfornata, oppure, top del top, scendere dal Baitoncello nel tardo pomeriggio, cenare (se possibile, leggero) e poi, armato di cane, zaino e lampada frontale, risalire al mio nido in notturna ascoltando tutti i rumori del bosco che, a differenza nostra, si risveglia al crepuscolo e offre suoni unici.
Posti così ritemprano lo spirito, ti mettono in pace con te stesso.Non hai fretta di alzarti da tavola, non hai tempi di attesa in quanto è solo su prenotazione, non corri il rischio di prendere la pioggia in quanto si mangia al coperto.Certo, non ci si arriva in maniera comoda come sul lago o in città, ma devo dire che offre molto di più.Offre simpatia, calore, sensazioni che ormai si sono perse.
Per cui un grazie a Lorenzo, Gabriella, Laura, ma soprattutto ad Anic che mi sopportate da così tanto tempo ed ancora oggi ascoltate con rassegnazione tutti i miei voli di fantasia riferiti al restauro della mia casetta.
Un doveroso grazie anche a Sara (mia moglie) che si presta a seguirmi in tutte le situazioni più assurde.
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