giovedì 30 marzo 2017

Un amico è per sempre

Buon giorno a tutti. Oggi rientro da un bellissimo giro infrasettimanale al Baitoncello.
Ho avuto modo di pensare, di fare tutti i miei lavori usando una cosa che ormai manca alla maggior parte delle persone....il tempo.
Ho potuto riparare la sorgente, tagliare alberi schiantati per la neve, osservare camosci, stambecchi, l'aquila, i ghiri senza mai guardare l'orologio o il telefono. Il mio tempo era scandito solo dal movimento del sole.
Quante cose ha guadagnato l'uomo in questi anni ma ha perso la cosa più importante, vivere il proprio tempo.
Ieri avevo un nuovo amico che mi accompagnava durante la salita all'Alpe. Ho avuto bisogno di tempo per decidermi a considerarlo tale ma ora credo sia il momento giusto.
Finalmente mi sono deciso ad aprirgli il mio mondo che poi è quello da cui viene anche lui.
Ovviamente mi chiederete chi è questo amico...eccolo, ve lo presento:
Mi è capitato di posarvi lo sguardo in una libreria durante una noiosa giornata invernale al centro commerciale.L'ho portato a casa più per voglia di leggere un altro libro che per reale convinzione.
Ho iniziato a sfogliarlo, ho letto le prime pagine, non mi convinceva...lo lascio riposare qualche giorno sul comodino, lo riprendo in mano.
Lo ricomincio da capo, con un altro spirito, più propositivo. Bisogna sempre dare una seconda possibilità a chi credi la meriti.
Più vado avanti più ci trovo la mia esperienza: la stessa età, Milano la mia città natale, il difficile rapporto con un padre ingombrante, una madre che osserva, le prime esperienze in montagna in una casetta semi diroccata in di un paesino semi abbandonato della Val Vigezzo. Le prime avventure da bambino risalendo i fiumi e perdendomi con la mente in riva ai torrenti, l'esplorazione di baite diroccate, il ritorno alla città...più leggo e più mi ci trovo... uno fa alpinismo, io speleologia..da entrambe le parti l'abbandono della montagna per qualche anno; il mio ingresso nel mondo dell'apnea e poi un ritorno violento, preponderante alle vette.
L'incontro con Corrado (il mio Bruno), il suo aiuto a rimettere in sesto la mia baita. Un antitesi tra me e Pietro.
Cavoli! il mio libro! Letto fino in fondo senza la fretta di chi vuole finirlo tanto per dire " L'ho letto tutto di un fiato". I libri vanno letti con i loro tempi...ancora il tempo... ci ho impiegato una settimana.

Comunque, ieri ho portato questo nuovo amico alla mia casetta, gli ho mostrato il mio mondo e poi entrambi abbiamo guardato fuori dalla finestra la montagna di fronte per vedere se era già arrivato Bruno...no, non c'era...meglio così.

Non vi anticipo nulla di questo libro, provate a leggerlo con lo stesso spirito che vi fa aprire periodicamente il mio blog. In maniera leggera, curiosa, non ve ne pentirete.

Grazie Paolo di avermi fatto incontrare un nuovo amico. Un amico è per sempre.
Adriano

mercoledì 18 gennaio 2017

Aria di montagna

Eccomi di nuovo dopo ben 1 anno e 3 mesi di silenzio.

Ritorno su queste pagine dopo aver somatizzato l'avventura del 2015 ed averne affrontata un'altra meno importante nell'estate 2016. Tutto è andato per il meglio e la mia vita e quella della mia famiglia può tranquillamente ricominciare. Non che mi sia fermato ma avevo altre priorità.
Se da un lato la mia testa era fissa su quel piccolo essere che cercava di sopravvivere e con una tenacia superiore a chiunque altro ha vinto tutte le sue battaglie, dall'altra parte il mio spirito era sempre a 2000 metri, al mio Baitoncello.
Dall'estate 2015 la casa restò nell'oblio per un'anno, aperta poche volte e lasciata un poco al suo destino ma appena potevo, un giretto di mezza giornata lo facevo, anche solo per far cambiare aria alla casa (ed alla testa) ed impedire la crescita delle erbe spontanee negli interstizi.
Ma nel 2016 qualcosa cambia, soprattutto dentro di me, una nuova luce risplende nel mio spirito o forse è ancora quella vecchia che non si è mai spenta. Una nuova sfida aspetta mia figlia ma la strada è ormai in discesa. Mi guardo in fondo alle tasche, qualcosa mi va bene, trovo qualche soldo ed allora riprendo in mano il mio sogno. Ma devo fare i conti con le mutate esigenze della mia famiglia per cui decido di rivedere le priorità pensando a cosa è più importante da fare e per chi farlo.
Il pensiero fisso è lei, Demetra.

Voglio portarla in quota ma rispettando determinate condizioni di sicurezza e di igiene. Se Elettra è rustica come il suo papà e si adatta a tutto, Demetra pur essendo più determinata, parte leggermente in svantaggio.
Le idee sono chiare, le spese previste pure. Il difficile è trovare chi voglia fare i lavori a 2000 metri in condizioni leggermente difficoltose.
Comincio a Febbraio 2016 la selezione di varie imprese edili che potrebbero essere idonee a questo lavoro. Inizio a contattare artigiani edili locali della valle che potrebbero fare il lavoro ma chi per un motivo chi per l'altro, tutti declinano il lavoro. A ripensare alle motivazioni, col senno di poi, mi viene da sorridere e non mi stupisco se in valle molte imprese edili soffrono e chiudono. Selezione naturale.
Dopo varie porte chiuse in valle, dirotto lo sguardo alla pianura; contatto altri costruttori, ascolto voli pindarici di improbabili restauri ed anacronistiche tecniche di trasporto materiali in quota, personaggi che si presentano come architetto senza nemmeno un diploma da geometra, ma a Maggio sono ancora allo stesso punto. Nemmeno un preventivo.
Ormai il tempo stringe, i lavori devono iniziare in quanto la stagione ottimale è alle porte ed è breve.

Ormai sconsolato, passo le giornate di Maggio chiuso in ufficio cercando una soluzione che non arriva quando un giorno si presenta alla mia porta un impresario che, mandato dal proprietario del mio ufficio deve valutare alcuni lavori da fare ad esso.
Parliamo, gli spiego le problematiche dell'ufficio e lui prende appunti. Viene alla mia scrivania e, mentre prende appunti, osserva lo screensaver del mio PC dove passano foto a casaccio del mio archivio. Ad un certo punto compare questa:

Lui mi dice:
"Bella quella casa, dove si trova?"
Ho un sussulto... la mia mente si libera in un attimo dal problema dell'ufficio e subito torna lassù... azzardo un pochino, gli spiego cosa sto cercando e se è interessato. Passiamo il pomeriggio ad osservare immagini della casa ed i disegni originali. Io parlo, lui ascolta, a volte annuisce, ma non prende nota...brutto segno. Altro tempo perso.
Ci salutiamo e restiamo d'accordo per il preventivo dell'ufficio. Ritorno ai miei pensieri ancora più sconsolato.
Dopo alcuni giorni squilla il telefono:
"Adriano?"
" Sì sono io..chi parla?"
"Ciao sono Michele, il muratore, ci siamo visti nel tuo ufficio settimana scorsa".
"Ahh..ciao..dimmi. Hai il preventivo dell'ufficio?"
Lui mi risponde un poco enigmatico:
"No, ho deciso di non fare questo lavoro, troppo complicato e difficile da preventivare"
Tra me penso << eccone un altro, stessa storia anche in pianura...>>
Non ho finito il mio stupido pensiero che dall'altra parte del telefono mi arriva una richiesta:
"Che ne dici se domani andassimo a fare un giro al Baitoncello? mi interesserebbe fare il lavoro"

Boing.... tonfo al cuore....


giovedì 5 novembre 2015

La resurrezione

Cari pochi lettori che ancora mi seguite, devo farvi delle profonde scuse ma nell'ultimo anno alcuni problemi mi hanno impedito di continuare ad aggiornare il blog sulla mia casetta di montagna.

Tutto è dovuto ad una lieta novella appresa a Marzo 2014 che si è trasformata in un incubo a Ottobre dello stesso anno.
Di solito l'arrivo di un figlio porta grande felicità in famiglia e soprattutto nel mio caso, sapendo che si trattava della mia seconda figlia, ha fatto di me un padre orgoglioso.
Ma se tutto è andato bene fino a Ottobre 2014 permettendoci una vita normale e facendo anche una settimana felice al Baitoncello con la prima figlia Elettra e la futura mamma, il mondo ha deciso di crollarci addosso a poche settimane dalla nascita della seconda figlia. Infatti durante l'ultima ecografia nel medico di turno sorge un dubbio vedendo il funzionamento del cuore della futura nascitura. Momenti di apprensione tra me e la mamma ma il tutto si risolve con la possibilità che si tratti di un piccolo soffio al cuore.Ma il medico ci suggerisce una visita più accurata presso un centro specializzato e già lì sento odore di bruciato. Avendo conoscenze cardiache in quanto entrambi i miei genitori erano cardiopatici ed io sono apneista, nell'ecografia vedevo qualcosa che non mi quadrava ma non riuscivo a focalizzarmi sul problema.

Durante la visita specialistica, viene diagnosticata una grave malformazione cardiaca che riduceva notevolmente le possibilità di sopravvivenza della bimba portandole ad un massimo del 20% contro una media nazionale del 99,78%. Allo stupore iniziale si sostituisce incredulità, disperazione, sconforto. Soprattutto dovuto al fatto che nel 100% dei casi questa patologia porta anche a sindromi permanenti.
Segue una settimana molto concitata girando per centri specializzati fino a che non otteniamo una prima buona notizia nel  susseguirsi di cattive notizie.
Non si tratta di DORV ma di TGA (trasposizione delle grandi arterie) con DIV e stenosi polmonare per cui un cuore che lavora al contrario con un grosso buco tra i ventricoli e valvola polmonare ostruita per metà. Veniamo rassicurati, seguiti ed appoggiati con controlli settimanali fino alla data del parto, il 5 Dicembre 2014.

Mattina strana, mia moglie era in ospedale da 4 giorni ma la bimba non aveva fretta di nascere. Seguiti da una equipe di primo ordine di un ospedale che è l'eccellenza italiana ed europea in malattie cardiache si decide di far uscire questa bimba speciale. Entriamo in sala parto io, mia moglie e ben 9 medici.Arriva il momento, in pochissimi minuti la bimba decide di venire al mondo per i fatti suoi senza l'aiuto di nessuno. La sensazione era diversa rispetto alla prima figlia.....Esce, bella come la luna, enigmatica, non un pianto, un lamento. Io e mamma abbiamo solo pochi secondi di tempo per vederla e viene subito presa e portata via dentro ad una culla stile astronave. Non abbiamo potuto baciarla, nemmeno una carezza od un abbraccio...è stata dura. Passano 4 ore, mi chiamano al cellulare.....serve la mia firma per poterla operare al cuore creando un DIA tra i 2 atri in modo che sopravvivesse.
Decisione difficile, sofferta, drammatica. Ho firmato ed aspettato che i medici eseguissero il rasking tra i 2 atri ad una bimba di sole 4 ore di vita dal peso di meno di 4 kg.
Dopo 3 ore di attesa esce il medico e dice che l'intervento è parzialmente riuscito, la bimba andrà avanti per qualche giorno ma l'operazione dovrà di nuovo essere ritentata. Cosa fatta il 9 Dicembre.
Noi andiamo a casa, lei resta in mano ad angeli che la seguono in terapia intensiva fino a pochi giorni prima di Natale quando ci informano che possiamo portarla a casa ma solo per il Natale e poi dover rientrare.
Un Natale strano.....non sapevamo se gioire o essere demoralizzati....ma la prima figlia meritava un Natale con la N maiuscola.

Il tempo passa, i cardiologi la visitano mensilmente, lei cresce un poco più lentamente dei bimbi normali ma ha una grinta e voglia di vivere che sprizza da ogni mm della sua pelle. I test del DNA danno esito negativo....è perfettamente sana a parte un cuore forte come quello di un guerriero ma che lavora al contrario perdendo pressione da tutte le parti. Ma lei è un guerriero.Ci guarda cosciente dei suoi limiti ma con una grinta che io, papà figo e super eroe, faccio fatica a trovare negli angoli più reconditi del mio spirito.

Si arriva a Maggio, ormai la bimba è sempre più affaticata in quanto il corpo cresce ma il cuore non gli sta dietro. Il momento fatidico si avvicina. Viene controllata ancora fino a che a Giugno si decide di effettuare una operazione innovativa in Italia (secondo caso in Italia e poco di più nel mondo). Mi chiedono il consenso di effettuare questa nuova tecnica (Nikkaidoh procedure) spiegandomi i rischi e si fissa la data per fine Luglio. Poi la spostano a metà Agosto; entriamo in ospedale ma già subito ci dicono che devono rimandarla a fine Agosto. Giorni di angoscia, rabbia, confusione. Fino a che ci chiamano il 29 : il giorno dopo dobbiamo entrare per fare i vari test in quanto l'operazione è fissata per il 31 Agosto.

31 Agosto : nessuno ha dormito....la mia bimba entra in sala operatoria alle 7.30...la aspetta una equipe di 6 chirurgi e circa 20 medici venuti da tutta Italia per assistere a questa nuova tecnica. Un medico olandese si occupa fisicamente dell'operazione restando collegato con il resto del mondo tramite webcam in modo da avere un documento visivo da spiegare ai futuri medici.
Passano le ore, noi siamo in giro in un parco vicino all'ospedale camminando e facendo finta di nulla. Dopo 6 ore ci chiamano. Rientriamo in ospedale, il chirurgo olandese ed il primario italiano ci sorridono. Tutto è andato oltre ogni aspettativa. Le hanno ricostruito completamente il cuore ed ora, se tutto va bene, avrà una vita quasi normale.
Dopo poco possiamo vederla in sala rianimazione. L'impatto è tragico, completamente nuda con una grossa garza sullo sterno dove è stata aperta. Collegata a decine di tubicini e sensori che la tengono in vita. Legata ai polsi ed alle gambe perchè non si muova. Ancora sedata..Se supera la notte tutto andrà per il meglio....ore di attesa, non so se gioire o cadere nello sconforto ma la risposta me la darà la mia bimba dopo 2 giorni.....si sveglia, si agita, inizia a togliersi da sola, a 9 mesi, i tubetti e i sensori....ha vinto lei! Il mio guerriero!
Ora a 2 mesi dall'operazione, se non fosse per la lunga cicatrice sul costato, è come una bimba normale...anzi di più. Molto più determinata di sua sorella. Elettra è vittima della sua sorellina. I medici dicono che è l'effetto della terapia intensiva. Per me è una spaccapalle come suo padre.

Ma per me tutto ciò è un miracolo...un miracolo racchiuso nelle mani del chirurgo olandese che ha dato una seconda possibilità a mia figlia. L'ho vista risorgere e non me la lascio scappare una seconda volta.

Ben tornata al mondo piccola mia...bentornata al mondo mia piccola Demetra....


Ti amo sopra ogni cosa
Il tuo papà Adriano

mercoledì 9 luglio 2014

A volte ritornano ( Parte 4 )

Come dicevo nel post precedente, io e Jack eravamo pronti a risalire il sentiero per arrivare al Baitoncello.
La neve era compatta e le slavine erano ormai scese tutte.
Dopo circa 1 ora di cammino sotto un piacevole sole quasi primaverile, ecco comparire la mia casetta:
Ovviamente Jack mi precede ed io lo seguo arrancando come un orso appena uscito dal letargo (2 mesi di stop forzato hanno influito sul mio girovita).
Da lontano la situazione sembra tranquilla, quasi come l'avevo lasciata a Gennaio ma, una volta arrivato al cancellino di ingresso, tutto cambia:


La porta del locale caldaia è completamente seppellita, la finestrella posteriore pure ed il cancellino risulta parzialmente divelto dal peso della neve.
Lo stesso dicasi per la rampa del binario decauville e per la porta di ingresso della torre elettrica che risulta solo parzialmente visibile:
Entrambi i lati della casa risultano coperti da uno spesso strato di neve che ne ostacola l'accesso ad essa.La buona notizia è che il tetto appena rifatto ha superato quasi indenne la prova neve:




Dico quasi indenne in quanto alcune parti di copertura hanno subito una deformazione dovuta alla spinta della neve del tetto dell'area funivia.
La mia casetta in fase di ricostruzione emerge di pochi cm. dalla neve:
Ma la parte che più mi sorprende è il lato sud della casa che è rimasto letteralmente sepolto dalla neve caduta da entrambi i tetti:

Riesco con difficoltà ad accedere all'interno della casa in quanto la porta, oltre ad essere bloccata dalla neve, è anche bloccata da una spessa lastra di ghiaccio a terra che ne impedisce l'apertura.
Veloce sopralluogo alla casa e subito mi dirigo al computer della stazione meteo che è sempre in funzione alimentata da un pannello fotovoltaico.
Scarico i dati sulla mia chiavetta USB e mi godo la fantastica giornata con una temperatura di 12°C al 3 di Marzo a circa 2000 metri di quota.
Tanto per far vedere come si scioglieva in fretta la neve:
Mi guardo in giro e buona parte degli alberi intorno alla casa risulta schiantata a terra in quanto dopo aver nevicato, negli ultimi giorni di Febbraio è arrivata una perturbazione dal Nord Africa che ha portato temperature più miti e tanta sabbia, infatti la neve non è più bianca ma ha un colore rossiccio (cosa visibile in molte delle foto postate).Meglio per me, ho la possibilità di rimpinguare la mia scorta di legna per i prossimi inverni.

I dati della stazione meteo, una volta scaricati sul mio PC, mi hanno confermato quanto accaduto durante l'inverno:
Accumulo di Neve da Ottobre 2013 a Marzo 2014 : cm 549
Temperatura minima : -19°C
Massima velocità del vento : 107 Km/h


Bella casetta mia, anche quest'anno hai superato indenne un'altro duro inverno.

Ciao






martedì 8 luglio 2014

A volte ritornano ( parte 3 )

Terzo aggiornamento di oggi.
O vi lascio a secco per 9 mesi o in un colpo solo vi sommergo di post.Sono un incostante.

Dunque, ero rimasto a quel fatidico 2 Febbraio 2014 dove dovetti arrendermi alla Natura.
Anche Febbraio mi riservò un lungo periodo di pioggia per cui non riuscii mai ad avventurarmi alla mia casetta.A fine mese ritornò il sole, le temperature si rialzarono e dovetti ancora aspettare in quanto il rischio valanghe era molto elevato.
L'attesa era estenuante; io e Jack dovevamo resistere ma ogni mattina, durante la camminata quotidiana, entrambi guardavamo il cielo....finchè un bel giorno si presento il tempo ideale.

11 Marzo 2014 :

Le giornate iniziano ad allungarsi bene, il sole è tiepido.Mi sveglio presto, faccio il caffè, esco con Jack a scaldare i muscoli nel vigneto e via! Tutti in macchina.
Il traffico è assente, il sole scalda la macchina.Parcheggiamo ancora al Ponte Faeto ma la situazione, seppur con la neve ancora alta, è totalmente diversa.Il manto è compatto, il sole riesce ad illuminare il fondo valle, la temperatura è sopra lo zero.
Arriviamo dopo circa 1 ora e mezza al Ponte del Guat :



La neve è ancora alta ma molto più compatta e soprattutto con condizioni meteo favorevoli.
Jack stavolta si diverte, sente odori di stambecchi e camosci.Sente odore di avventura.Io pure.
Risaliamo la strada verso il Premassone in circa 15 minuti.Ci si apre una valle ben soleggiata ed immediatamente il mio sguardo volge in alto a sinistra, sullo sperone, dove la mia casetta mi aspetta.
Questa volta non ci tireremo indietro.Sono ormai 2 mesi che non vediamo il Baitoncello ed entrambi abbiamo bisogno di andarci.
Qualcosa però attira il mio sguardo sia vicino al rifugio che oltre.
Quella che durante l'estate è la stalla delle mucche del Bortolo, ora è totalemente coperta di neve :
Mentre sullo sfondo si vede questa immensa slavina caduta dal Monte Marser che copre parte del letto del Remulo :
L'avventura comincia.Il Jack è pronto a salire.Vedremo cosa ci aspetta al Baitoncello.

Ciao



A volte ritornano (parte 2)

Nel post precedente vi ho lasciato con la mia ultima escursione al Baitoncello del 12 Gennaio 2014.
Dopo quel giorno, tutto è cambiato.Non si ricordava da anni un Gennaio così piovoso e soprattutto con temperature sopramedia del periodo.
In pianura erano giorni continui di acqua, non riuscivo a programmare nessuna escursione se non considerando l'uso di pinne invece che di sci o caspole.
L'attesa si fa estenuante, normalmente vado alla mia casetta settimanalmente ma ora il periodo di astinenza inizia a diventare lungo.

7 Febbraio 2014 :
Non resisto, mi manca la mia dose settimanale, il tempo non perdona ma devo andare.
Mi alzo presto, sotto un cielo plumbeo.Sveglio Jack, mi vede in tenuta da montagna e subito leggo nei suoi occhi la gioia di salire in montagna.Ma entrambi siamo un poco titubanti, piove.
Si parte alle 7.00.Piove per tutta la Valle Camonica e non mi aspetto che migliori.
Risalgo la Val Malga in macchina ma già al Ponte Faeto la strada diventa impercorribile; una barriera di neve marcia mi si para davanti e il mio vecchio 4x4 deve arrendersi all'evidenza.

Prendo le caspole, Jack scende dall'auto, si scuote e mi guarda con uno sguardo interrogativo; nei suoi occhi leggo subito la domanda : Capo, ma sei sicuro?.....No, ma andiamo lo stesso.
Inizia la salita a piedi della valle; dopo 2 ore arrivo alla galleria del Ponte del Guat, lo scenario non è dei migliori:
Una valanga è scesa dalla montagna coprendo la galleria e parte della neve è entrata dalle aperture.Jack è dubbioso; io pure.
Superiamo il paravalanghe, solitamente ci vogliono 3-4 minuti per arrivare alla ex casa guardiani del Ponte del Guat.Ma oggi, riusciamo a coprire la distanza in non meno di 20 minuti.
Jack affonda nella neve, lo scenario è, allo stesso momento, fantastico e spettrale.Tutto è silenzio.
E tutto è sommerso:

Sono stanchissimo ma non demordo.Devo ancora coprire il tratto tra Ponte del Guat e Malga Premassone.Poi da li andare verso la mia casetta.Ma l'impresa è ardua, la neve friabile mi fa affondare ad ogni passo.Se in estate ci impiego 7-8 minuti per arrivare al Premassone, ora dopo 40 minuti di lotta impari contro la neve riesco a malapena ad arrivare al cartello del Rifugio.


La temperatura scende a -11°C, il barometro del mio orologio precipita, è in arrivo un fronte d'aria fredda :
Jack è stremato, mi guarda da terra con occhi che chiedono aiuto, mi sento una merda:

Tutta la neve gli si è ghiacciata sul pelo facendo delle grosse palle di neve.Quando cammina sembra un'albero di Natale.Il primo pensiero mi fa sorridere ma poi mi sento in colpa per come deve soffrire in quanto il peso della neve gli strappa il pelo.Decido di andare sotto la tettoia del Rifugio Premassone, Jack mi segue più per spirito di fedeltà che per convinzione.Gli do 2 scatolette di carne, il mio panino ed alcuni crackers ma il suo sguardo è sempre malinconico :


Per la prima volta da quando ho il Baitoncello decido di sospendere l'escursione.La decisione è presa a malicuore ma visto il tempo che ho impiegato ad arrivare al Premassone, credo che avrei bisogno di almeno altre 4 ore per andare alla mia casetta.Inoltre il manto nevoso è instabile ed il rischio valanghe elevatissimo.
Alzo bandiera bianca, faccio un abbraccio al mio cagnone e gli dico che torniamo a casa.Non mi capisce.Si rialza faticosamente con il suo zaino di palle di neve pronto a seguirmi nella mia avventura ma stavolta resta confuso.Mi vede tornare sui miei passi e lui segue le mie orme.
Ricomincia a nevicare.Ci aspettano ancora 3 ore di cammino per arrivare alla macchina.

Forza Jack, riusciamo a tornare a casa......scusami.







A volte ritornano (parte 1)

Ridiamo vita a questo sgangherato blog.
Ammetto di avere tante colpe, tra cui poca voglia di scrivere e mi scuso per non aver più aggiornato questo piccolo diario on line ma, oltre alla pigrizia, ho avuto tanti impegni che mi hanno tenuto lontano dalla tastiera.
Oggi recupero un poco del ritardo e, se qualche sparuto lettore del mio blog è rimasto, spero sia soddisfatto di questo aggiornamento.

Prima di tutto devo spiegare le ragioni della mia momentanea fuga dal web.... non so da dove cominciare.Forse un'immagine può sostituire mille parole:
Partito dalla Germania nel Febbraio 1964 con destinazione Canada, ha girato gli USA in lungo in largo fino al 1974, abbandonato nel deserto dell'Arizona fino al Settembre 2013, imbarcato in nave per il Nord Europa ed arrivato ai piedi dell'Adamello con la slitta di Babbo Natale.
Tutto il mio tempo libero era diviso tra famiglia, Baitoncello e restauro del furgone.Oggi, grazie ad un piccolo periodo di calma, posso aggiornarvi.Ovviamente non sarete interessati al restauro del mezzo per cui non scrivo nulla qua sopra ma, se proprio volete annoiarvi, seguitene le fasi qui :
http://www.tuttomaggiolino.it/viewtopic.php?t=24610&postdays=0&postorder=asc&&start=0

Ora torniamo a cose serie, la mia casetta.

Come avete letto nel post precedente avevo rifatto ad Ottobre il tetto nuovo e quale miglior test se non il fantastico inverno 2013-2014?
è stato un inverno eccezionale, metri di neve ovunque, compreso nella mia valle, vari tentativi di raggiungerla ma le avverse condizioni atmosferiche me lo hanno più volte impedito.
Un piccolo riassunto di esse, giusto per capire come era la situazione nelle mie montagne.

12 Gennaio 2014:

Le precipitazioni nevose erano ancora nella norma e la casa si presentava sotto una leggera coltre di neve che con i raggi solari tendeva a sciogliersi.
Strada che portava al parcheggio del fondo valle
 Il mio cane Jack apprezza molto questo ambiente:
Appena arrivo alla mia casetta, lei si presenta così:
Ed i guardiani invernali mi lasciavano spazio andandosi in buon ordine a ritirare nei loro alloggi:
L'aria era fredda ma il sole contribuiva a mitigarne gli effetti.Tutta la vegetazione dormiva ma già si sentiva profumo di primavera.Tra me e me pensavo ad un altro non inverno ma nulla era più lontano dalla realtà che mi aspettava nelle settimane successive.
Piccola spalata di neve davanti alla porta :
Ultimo sguardo alle montagne ed al tetto nuovo che sembrava reggere il modesto carico di neve:

E via! Tutti a casa con il cuore gonfio di gioia e già pensando all'escursione della settimana successiva.
Ma la natura aveva ben altro in serbo per me e mi avrebbe dimostratoi suoi effetti nelle settimane successive.

Prossima puntata, a breve!